Disaster recovery e business continuity: strategie e soluzioni energetiche

Perché oggi è fondamentale parlare di disaster recovery e business continuity 

Disaster recovery e business continuity sono due concetti che sempre più aziende italiane, a prescindere dal settore e dalla dimensione, stanno imparando a conoscere. Il motivo è fin troppo evidente: gli imprevisti possono colpire in qualsiasi momento. Quando arrivano, i blackout possono compromettere in pochi minuti l’intera infrastruttura aziendale, bloccare l’operatività e generare perdite. 

In uno scenario sempre più digitale e interconnesso, la resilienza operativa è diventata un requisito fondamentale per tutte le imprese; in questo contesto, sapere esattamente cosa differenzia il disaster recovery dalla business continuity, come si integrano e quali strumenti energetici possono fare la differenza è il primo passo per proteggere processi, dati e produttività. 

Disaster recovery e business continuity: che cosa sono e quali implicazioni comportano 

Il disaster recovery e la business continuity sono due strategie complementari che permettono all’azienda di affrontare eventi critici senza perdere il controllo sulle proprie attività. 

Il disaster recovery (DR) è l’insieme delle procedure tecniche che consentono di ripristinare i dati, i sistemi IT e i servizi digitali dopo un’interruzione. È focalizzato sul dopo: serve a tornare alla normalità nel più breve tempo possibile. 

La business continuity (BC) è l’insieme delle procedure necessarie per assicurare la continuità delle attività aziendali anche durante l’interruzione. È focalizzata sul durante: include i processi, le risorse e le infrastrutture indispensabili per assicurare la continuità delle attività aziendali anche mentre l’emergenza è in corso. 

In altre parole: 

• Il disaster recovery ti fa ripartire 
• La business continuity ti fa andare avanti mentre risolvi il problema 

Avere un piano disaster recovery / business continuity significa testare scenari, trovare soluzioni, formare il personale e, soprattutto, garantire le risorse tecniche necessarie per reagire senza perdere il controllo.  

Significa anche investire su entrambi i processi. Separarli, o ignorarne uno dei due, può esporre l’azienda a perdite economiche e fermi prolungati difficili da gestire. 

Perché la continuità energetica è la base di ogni piano efficace 

Avere un piano di disaster recovery e business continuity ben definito è fondamentale, ma non può funzionare senza una base solida: la continuità dell’alimentazione elettrica. 
Sistemi IT, server, impianti industriali, reti di comunicazione, strumenti diagnostici: ogni componente vitale dell’operatività aziendale dipende dalla disponibilità costante di energia. 

Quando si verifica un’interruzione di corrente improvvisa o prolungata, nessun piano può essere attivato se viene meno l’energia necessaria per farlo funzionare.
Un sistema di backup dei dati, ad esempio, è inutile se il server che lo gestisce si spegne. Allo stesso modo, un processo critico non può essere mantenuto operativo se non è alimentato correttamente. 

Per questo motivo, la continuità energetica è il primo livello di protezione su cui costruire ogni strategia DR/BC.

Affidarsi a UPS professionali, ben dimensionati e manutenuti, consente di coprire il tempo necessario per salvare dati, attivare procedure di emergenza o avviare generatori secondari. Senza gruppi di continuità, ogni piano resta fermo, proprio quando dovrebbe partire. 

UPS e sistemi di backup: cosa valutare davvero in un piano di continuità 

Quando si parla di business continuity e disaster recovery, scegliere il giusto sistema di backup energetico non significa solo acquistare un UPS, ma anche conoscerne le reali potenzialità: quanto può sostenere, per quanto tempo e con quali garanzie. 

Un UPS ben integrato in un piano disaster recovery e business continuity deve essere: 

• Dimensionato correttamente in base ai carichi critici da proteggere 
• Affidabile e certificato, con tecnologie ad alto rendimento, adatte anche ad ambienti sensibili come i data center o le linee di produzione 
• Manutenuto regolarmente, con un piano di controlli periodici, test di autonomia e sostituzione preventiva delle batterie 
• Dotato di monitoraggio remoto, per rilevare le anomalie in tempo reale, anticipare i guasti e intervenire prima che l’interruzione diventi un problema 
• Scalabile, così da adattarsi facilmente alla crescita dell’azienda o all’evoluzione delle esigenze operative. 

In un contesto in cui anche pochi minuti di fermo possono generare migliaia di euro di perdite, scegliere l’UPS giusto è la soluzione che consente a un’azienda di non fermarsi mai, nemmeno nei momenti più critici. 

Una soluzione per garantire la continuità energetica: il noleggio degli UPS 

Per offrire alle aziende la possibilità di avvalersi di gruppi di continuità senza dover sostenere necessariamente un investimento iniziale, abbiamo deciso di proporre il noleggio degli UPS, una soluzione flessibile che non richiede compromessi in termini di protezione o qualità tecnologica. 

Con una formula scalabile, l’azienda può: 

• Integrare rapidamente un sistema di continuità energetica, senza immobilizzare capitale o attendere budget. 
• Pianificare i costi, grazie a un canone fisso che include manutenzione, monitoraggio remoto e assistenza continua. 
• Ridurre il rischio tecnologico, con UPS sempre aggiornati e pronti per le esigenze attuali e future. 
• Garantire continuità anche in caso di emergenza, grazie a soluzioni sostitutive pronte all’intervento. 

In un piano di disaster recovery e business continuity, la velocità di reazione e l’accesso immediato a soluzioni affidabili possono fare la differenza tra continuità e blocco. 

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